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Intervista a Kevin Scaffia

Intervista a Kevin Scaffia

SCAFFIA: ‘IO, TRA I PALI, PER EVITARE I BULLI’

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A vederlo così, oggi, a 22 anni, sicuro e statuario, difendere la porta del Pavia con il lavoro, la passione e la serietà che lo contraddistingue, verrebbe da dire che come tanti calciatori ha avuto la fortuna di trasformare il sogno di bambino in un lavoro.
Eppure, alle radici della carriera di Kevin Scaffia, non ci sono solo la fortuna e il caso. C’è una storia più complessa. Una storia di amore, di protezione e di rivincita.
Aveva 9 anni quando ha deciso di voler giocare a calcio. Ma in quel preciso momento per lui la strada sembrava sbarrata. Troppo cicciottello per rincorrere una palla. Quella cura al cortisone, così utile per la sua salute, diventava un ostacolo apparentemente insormontabile.

Ma un padre sa sempre trovare una strada per non frustrare i desideri di un figlio. E voilà, la soluzione:

‘Mio padre – racconta Kevin ricordando quel momento con un sorriso – era preoccupato per le prese in giro da parte degli altri bambini e per proteggermi e non mettermi in situazioni imbarazzanti ha deciso di lasciarmi giocare a patto che facessi il portiere. Un atto di grande amore che oggi riesco ad apprezzare totalmente. Anche perché tra i pali mi sono subito trovato a mio agio, e anche una volta finita la cura e superato il problema non mi sono più mosso dalla porta. Ormai stavo affinando la tecnica, mi piaceva tuffarmi, insomma avevo deciso che quella era la mia strada’.

E così Kevin ha bazzicato, facendosi le ossa, i campi di mezzo Piemonte. Sangonese, Moncalieri, Gabetto, Rivoli, Beinasco, Chisola fino alle giovanili nella Pro Vercelli e Alessandria. Poi l’esperienza in Serie D in Sicilia, a Noto:

‘Bellissimo. Mi sono sentito grande per la prima volta, responsabilizzato da quel primo lungo viaggio in treno da solo, e la consapevolezza di aver trasformato la mia passione in un lavoro. E dopo la parentesi siciliana il ritorno al nord. Ad Acqui, dove ho incontrato Mr Buglio che mi ha voluto con lui a Pavia’.

Non ti ha pesato scendere di categoria per sposare il progetto del Pavia in Eccellenza?

‘No. Assolutamente. Il Pavia è sempre il Pavia. E’ una piazza che ti può dare visibilità se ti impegni a fare bene. E’ una grande occasione e sono felice che la società mi abbia dato questa possibilità perché molti preferiscono puntare su un portiere giovane per giocarsi la carta dell’esperienza per un giocatore di movimento.’

Come giudichi la stagione fino a questo momento?

‘Bene. Non importa se siamo qualche punto sotto la vetta. Abbiamo le possibilità di recuperare. Dobbiamo essere solo un po’ più concreti ma stiamo crescendo. Con Buglio non puoi permetterti di abbassare la guardia e siamo un grande gruppo e abbiamo ben chiaro il nostro obiettivo’.

Idee chiare sempre. Come quando da bambino ha preso il coraggio di ‘ribellarsi’ al tifo di famiglia:

‘Mi portavano allo stadio a tifare Toro, con la bandana granata, eppure mi è scoppiata la passione per la Juventus. Non poteva essere altrimenti visto che il mio grande mito è Gigi Buffon’.

Com’è la tua vita fuori dal campo? Che futuro ti aspetti?

‘Più avanti penserò a completare i miei studi. Purtroppo ho lasciato la scuola un anno prima di diplomarmi perché i continui spostamenti non mi hanno consentito di seguire come avrei dovuto. Ma recupererò al più presto l’anno perso. Per ora voglio cresce ancora tanto professionalmente. E’ un bel momento per me. Ho trovato anche una ragazza, Martina, che mi fa stare davvero bene. Mi incoraggia perché crede molto in me e nelle mie possibilità, e questo mi stimola e mi fa stare sereno. ‘

02/12/ 2016 Ufficio Stampa FC Pavia1911